Cava de’ Tirreni, 25 ottobre 2015
Sintesi del mio intervento in occasione della Celebrazione della giornata mondiale dell’ellenofonia.
Come a Napoli, come a Taranto, come a Bari, come a Capua, come in altre città Italiane, anche a Cava de’ Tirreni si celebra oggi la Giornata mondiale dell’Ellenofonia, voluta dalla Federazione delle Comunità e Confraternite Elleniche d’Italia e, in particolare, dal Suo presidente, Prof. Jannis Korinthios.
Incontrarsi a Cava de’ Tirreni e qui, nell’antico Albergo Victoria Maiorino, ha un significato speciale: perché proprio qui fu ospitato dal luglio all’ottobre del 1944 il Governo Greco in esilio, prima del suo ritorno in Patria alla fine del secondo conflitto mondiale.
E qui ha sede, oggi, la Società Filellenica Italiana, Associazione nata nella primavera del 2013, con lo scopo di favorire, soprattutto tra i giovani, la consapevolezza dell’enorme debito che la civiltà occidentale ha nei confronti della Grecia.
Cos’è l’ellenofonia ? E’ un neologismo, a sua volta costituente una sintesi della lingua e della cultura greca…
Ellenofonia, neologismo, sintesi: se si fa l’etimologia, ci si avvede che sono tutte parole greche (etimologia compresa).
Chi si è impegnato in questa verifica, ha sostenuto che 7000 parole su 60.000 della lingua italiana sarebbero di origine greca…
Ecco perché questa sera “parliamo in Greco”, perché quotidianamente usiamo, da italiani, una miriade di parole greche (per non dire di noi Napoletani, che chiamiamo “cerasa” la ciliegia e “purtuall” l’arancio…).
Ma questa sera, bando alle chiacchiere, è nostra intenzione fare una festa. Non a caso non trovate i nomi dei relatori nel manifesto: è un incontro di amici, accomunati dalla passione per questa straordinaria lingua e cultura. E a tutti coloro che lo desiderano, chiediamo di intervenire nel dibattito che seguirà.
La festa può avere un retrogusto amaro, di malinconia, come nella poesia “Poseidoniati” di Costantino Kavafis, in cui la lingua greca è obliata e si è sradicati dalla propria identità…
POSEIDONIATI
La lingua greca i Posidoniati
l’obliarono, mischiandosi per secoli
con i Tirreni, i Latini e altri stranieri.
Tutto ciò che rimase loro di ancestrale
era una festa greca, con cerimonie splendide,
con cetre e flauti, con corone e giochi.
Verso la fine della festa erano soliti
raccontarsi le antiche tradizioni,
e ripetere quei nomi greci
che a stento pochi ormai capivano.
E la festa finiva sempre nella malinconia.
Perchè si ricordavano che anche loro
erano Greci – anche loro Magnogreci, un tempo:
e ora come erano decaduti, come erano arrivati
a vivere e a parlare come i barbari,
sradicati (ahi loro) dalla grecità!
Ma la nostra festa deve invece essere una occasione per riscoprirla questa identità, valorizzarla, condividerla…
La Giornata mondiale della lingua e cultura greca se avrà questa funzione, avrà raggiunto il Suo scopo …
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